giovedì, Novembre 21, 2024
DirittiSalute

Razzismo e salute: il numero speciale di The Lancet

a cura di Katrina Dal Molin

 

The Lancet, una delle più accreditate riviste mediche internazionali, ha recentemente dedicato uno dei suoi numeri speciali allo studio del nesso tra discriminazioni razziali e salute. Curato da Delan Devakumar, Ibrahim Abubakar, Tendayi Achiume, Kui Muraya, Yin Paradies, Angela Saini, Sujitha Selvarajah, Geordan Shannon, il numero studia in particolare come le strutture storiche di potere e di oppressione e le ideologie discriminatorie abbiano plasmato e continuino a plasmare le politiche socio-sanitarie e le pratiche mediche, causando disuguaglianze di salute.

La discriminazione si verifica in numerosi contesti di vita, influenzando negativamente la salute mentale e fisica in tutte le fasce d’età. La sfida di affrontare la discriminazione e le diseguaglianze di salute non è semplice. Tuttavia, il numero speciale suggerisce sei principi chiave per affrontare i danni alla salute provocati dal razzismo: decolonizzare; comprendere le intersezioni tra più assi di discriminazione; aumentare la diversità e l’inclusione; promuovere la giustizia riparativa e trasformativa; sostenere attivamente l’equità razziale; sviluppare approcci basati sui diritti umani.

Il razzismo, la xenofobia e la discriminazione esistono in ogni società moderna, causando malattie evitabili e morte prematura tra gruppi spesso già svantaggiati. La discriminazione che i gruppi minorizzati affrontano è molto reale: la storia e le esperienze attuali mostrano che le ideologie discriminatorie hanno plasmato e continuano a influenzare la società, la scienza e la ricerca.

I leader populisti e le politiche xenofobe continuano a mantenere alcune popolazioni in una posizione subalterna, utilizzando ideologie razziste e pratiche discriminatorie, che conducono a cattive condizioni di salute. Queste ideologie sono alla base degli attacchi contro coloro che sono visti come “altri”, sia attraverso politiche discriminatorie istituzionalizzate, in comunità in cui le disuguaglianze sono radicate, sia attraverso le azioni di singoli individui che svolgono un ruolo nelle oppressioni sistemiche e nelle aggressioni interpersonali.

Il numero speciale di The Lancet ha quattro obiettivi principali. In primo luogo, quello di far riconoscere il razzismo, la xenofobia e la discriminazione come problemi e priorità di salute pubblica. L’odio e l’intolleranza hanno conseguenze reali e mortali, ma sono stati relativamente trascurati nella ricerca e nella pratica sanitaria tradizionali. Il razzismo e la xenofobia devono invece essere inclusi, insieme ad altri determinanti di salute di tipo socio-economico, ambientale e politico.

In secondo luogo, si tratta di affrontare la discriminazione contro le popolazioni minorizzate tenendo conto delle loro identità multiple e interconnesse, di casta, classe, colore, etnia, “razza”, indigeneità, status migratorio e religione. Alla base di tutti i tipi di discriminazione ci sono sistemi di categorizzazione, minorizzazione e oppressione, che si rinforzano a vicenda.

In terzo luogo, occorre declinare il razzismo, la xenofobia e la discriminazione come problemi di salute globale, che fanno parte di ogni società e che si manifestano a livello transnazionale, sebbene le forme di discriminazione e i gruppi perseguitati differiscano da un contesto all’altro.

Infine, è necessario ribadire la natura strutturale del razzismo e di altre forme di discriminazione. Le politiche che sembrano neutrali dal punto di vista razziale e non direttamente discriminatorie potrebbero comunque influenzare negativamente in modo sproporzionato la salute dei gruppi minorizzati.

Per perseguire questi obiettivi, il numero si compone di quattro saggi. Il primo esamina le ragioni di fondo e i meccanismi della discriminazione. Si tratta, in particolare, di comprendere i fenomeni di “alterizzazione” (othering) ovvero i dispositivi attraverso cui alcuni individui o gruppi sono definiti ed etichettati come non conformi alle norme del gruppo sociale dominante. Tali classificazioni, spesso incarnate nel sistema giuridico-politico e ribadite nel discorso pubblico, implicano l’attribuzione di caratteristiche negative a persone o gruppi “altri”, che vengono così differenziati e gerarchizzati rispetto al gruppo sociale assunto come norma.

Il secondo saggio contesta l’inevitabilità associata all’aumento della mortalità e della morbilità dei gruppi minorizzati ed esplora il ruolo della discriminazione nel determinare rischi di salute. Si tratta, in particolare, di ricostruire le conseguenze del razzismo sulla salute fisica e mentale attraverso lo studio dei complessi percorsi attraverso cui la xenofobia e le discriminazioni impattano negativamente sul benessere psicofisico delle persone.

Il terzo saggio utilizza una lente intersezionale per analizzare vari casi di studio provenienti da diversi contesti. Comprendere gli effetti del razzismo e della xenofobia sulla salute impone di guardare ai sistemi di oppressione nella loro complessità, come risultato di molteplici dimensioni discriminatorie collegate alle varie identità – di genere, classe e “razza” – assegnate alle persone.

Il quarto e ultimo saggio, infine, presenta in chiave sistematica i risultati dei saggi precedenti in modo da presentare lo spettro delle cause – strutturali, socioeconomiche, legali, istituzionali, culturali – che contribuiscono ad abbassare la qualità della vita e la salute delle persone e dei gruppi minorizzati. Sulla base di questa ricostruzione, vengono avanzate raccomandazioni ai decisori politici, alle istituzioni sanitarie, ai professionisti del settore medico, al mondo accademico e della ricerca affinché il nesso tra razzismo e salute venga adeguatamente riconosciuto e contrastato.