La Scuola latinoamericana di ricerca-azione per la pace
di Sandoval Forero e Tiziano Telleschi
Ricerca Azione Partecipativa e critica del canone sociologico occidentale
La Ricerca Azione Partecipativa (Investigacción Acción Participativa, IAP) è un metodo di ricerca-azione che intende combinare l’analisi e la ricerca empirica con l’azione, focalizzata alla trasformazione di varie problematiche sociali attraverso la partecipazione attiva delle stesse comunità interessate. Questa azione emancipatrice mira a che le comunità risolvano i propri conflitti in forma collettiva e collaborativa, senza ricorso alla violenza.
Il metodo dell’IAP è stato introdotto dal sociologo colombiano Orlando Fals Borda nel 1972 a Montería, nel Departamento de Córdoba, affinché contadini e pescatori locali disponessero di strumenti adeguati per la difesa e il recupero della terra che i proprietari terrieri avevano loro espropriato. Lo ha definito significativamente come una scienza popolare, poiché per suo tramite la comunità si fa ricercatrice e risolutrice dei propri specifici bisogni: gli attori sociali si impadroniscono della realtà in cui vivono mentre la studiano e la comprendono.
Recuperando la storicità e la complessità dei problemi che affliggono le comunità, la scienza popolare persegue un obiettivo ambizioso. Intende contestare lo statuto delle scienze sociali formatosi in ambito euro-nordamericano, dietro la spinta di rotture epocali prodottesi in quelle aree geo-politiche: nato per rispondere alle istanze organizzative specifiche di quelle collettività, tale statuto è stato esteso fino a diventare il canone interpretativo di problemi e cambiamenti sociali maturati in altri ambiti culturali, come quelli latinoamericani, legittimando le relative strategie operative.
L’assunto di base di questo approccio è che i saperi sono sempre situati. È in questo quadro critico, definito in seguito dei decolonial studies, che si sviluppa il pensiero di Fals Borda. Paradigmatico è il concetto di stratificazione sociale che copre il fenomeno distintivo della modernità industriale in Occidente. La stratificazione è posta dai sociologi classici (a partire da Emile Durkheim ne La divisione del lavoro sociale del 1893) in relazione all’incremento della differenziazione societaria e delle diseguaglianze sociali, queste ultime rapportate all’emergere di nuove classi sociali e del conflitto capitale-lavoro.
La centratura sui fenomeni dell’industrialismo occidentale fa sì che stratificazione e disuguaglianza divengano gli indicatori della Modernità (Ricotta, 2023). Da qui deriva una tipizzazione storica (e spaziale) basata sulla dicotomia pre-moderno/moderno, in linea con una visione “traiettorista” della Modernità che legge l’evoluzione sociale come un passaggio da modelli a minore differenziazione, pre-moderni, a modelli a maggiore differenziazione e per ciò stesso moderni e più evoluti, non solo in termini di adattamento all’ambiente ma di avanzamento valoriale e morale, associato alle nozioni di democrazia, inclusione sociale, meritocrazia, pluralismo (Appadurai, 2013).
Seguendo questa idea di stratificazione sociale, il canone sociologico ha prodotto una visione del mondo che colloca le società del Sud America nella prima categoria, col risultato che le cause della stratificazione e delle disuguaglianze e dei conflitti correlati non vengono imputati alle variabili di classe sociale e ai conflitti fra capitale e lavoro, bensì a marginalità e etnicità, come spiega il sociologo peruviano Anibal Quijano (2000). Le scienze sociali tendono a leggere, dunque, l’emancipazione dei “subalterni” dalle gerarchie sociali e dai connessi conflitti attraverso l’ottica della cultura e dell’ideologia euro-nordamericana.
Nell’intento di contestare la colonizzazione epistemica e di innovare le scienze sociali, Fals Borda elabora un originale progetto di pedagogia sociale, che chiama Ricerca-Azione Partecipativa. In essa il compito della scienza non si limita alla conoscenza dell’ordine sociale, dei meccanismi della sua organizzazione e della sua struttura, ma si estende alla promozione di valori, riconoscendo che la cultura ha uno straordinario potere trasformativo sul piano civile, politico e sociale. La IAP ritiene che, per costruire una nuova società, si debbano produrre valori nuovi: gli obiettivi dell’emancipazione e della giustizia sociale (per Fals Borda di grande importanza) devono essere perseguiti all’interno di una robusta cornice culturale, capace di massimizzare l’uguaglianza senza soffocare la libertà individuale. Il nucleo dell’ambizioso progetto dell’IAP sta nella conciliazione democratica fra tre grandi valori: uguaglianza, giustizia sociale, libertà individuale.
La Scuola latinoamericana di Ricerca-Azione Partecipativa
Per commemorare i primi 50 anni della IAP e portare avanti la filosofia sociale di Fals Borda, abbiamo istituito la Escuela Latinoamericana de Investigación Acción Participativa (ELIAP). È una scuola di pensiero che ha origine nelle università, ma in cui l’asse di lavoro è il dialogo orizzontale tra mondo accademico, società civile, comunità di base e singoli attori sociali: campesinos, lavoratori, popolazioni indigene, cittadini urbanizzati, donne, giovani, adulti ecc. In sostanza, un’educazione collettiva permanente basata sulla storia della comunità, sul contesto locale, che permetta ai partecipanti di elevarsi culturalmente e acquisire una sensibilità sociale diversa da quella ricevuta dalla scuola tradizionale. Quindi una scuola che mira a sviluppare un sapere educativo su base etica, come matrice di processi di partecipazione ed empowerment individuale e collettivo.
Forte di queste premesse, la Scuola si propone di formare ricercatori all’azione trasformativa e partecipativa in diversi contesti (sociale, ambientale, educativo, familiare, culturale, ecc.), aggiornando i principi stabiliti da Orlando Fals Borda alle condizioni e alle aspirazioni di vita del presente. Proponendo l’ELIAP, si promuove una scuola di educazione sentipensante, dove tutti imparano da tutti, nella coproduzione di sapere e conoscenza: quella che Boaventura de Sousa Santos, nel 2009, aveva chiamato “ecologia della conoscenza”. Intesa in questo modo, l’IAP è molto più di un metodo: è una teoria sociale o, come dice Víctor Negrete, una filosofia emancipatrice.
L’ELIAP ha iniziato il suo lavoro con sedi fisiche e virtuali in Colombia e Messico, unendo gli sforzi collettivi della Fondazione Sinú in Colombia, rappresentata dal professor Víctor Negrete, con quelli della Red Construyendo Paz Latinoamericana, Messico, rappresentata dal sociologo e antropologo Eduardo Andrés Sandoval Forero. La diffusione delle sue iniziative è stata affidataal Boletín e alla Revista Construyendo Paz Latinoamericana (CoPaLa) e ad altre pubblicazioni.
Il primo corso-laboratorio di Ricerca-Azione Partecipativa: metodo e contenuti
La Scuola ha organizzato un primo corso-laboratorio, dedicato a costruire un processo di educazione continua dal basso: un’educazione che sprigioni le potenzialità implicite di ogni studente, trasformi competenze trasversali concrete in conoscenze sistemiche astratte e condivise attraverso esercizi sia analitici che pratici. Il corso si è svolto in modalità virtuale, sulla piattaforma della Red Construyendo Paz Latinoamericana, dal 31 maggio al 15 dicembre 2023 con una durata complessiva di 60 ore di lavoro-studio. Le lezioni sono state affidate a docenti onorari provenienti da Colombia, Argentina, Italia e Messico, in forma gratuita per i 72 partecipanti, e si è concluso con 51 persone, 27 donne e 24 uomini, quattro provenienti dalla Colombia, gli altri dal Messico. Tre donne e due uomini erano indigeni. Sul totale dei partecipanti, 35 avevano studi universitari, 8 hanno lavorato in istituzioni governative, cinque dottorandi e tre erano attivisti di organizzazioni sociali.
Il corso era composto da tre moduli: I. Introduzione alla ricerca-azione partecipativa. II. Teoria e metodo. III. Educazione ai valori e formazione degli insegnanti. Ogni modulo è durato 20 ore teorico-pratiche ed è stato accompagnato da letture, video e presentazioni. In ogni modulo si è svolta anche una discussione basata su una mostra, che è stata ampliata fino a diventare una Convocazione aperta all’esterno del corso.
I moduli sono stati organizzati intorno a tre tipologie di attività: studio individuale e discussione di gruppo dei testi base del corso-laboratorio; interazione di gruppo informata; mostra e/o narrazione di esperienze trasformative. I partecipanti ai vari moduli hanno ricevuto come materiali di lavoro letture, video e una lista di domande aperte da discutere nel “Forum di Opinione”. Il relatore di ciascun modulo ha diretto e partecipato alle discussioni e ai chiarimenti avanzati dai partecipanti attraverso il Forum, dove anche i video sono stati analizzati e discussi.
Il primo modulo, di carattere introduttivo, ha fornito ai partecipanti i riferimenti storici della nascita e dello sviluppo della IAP, nonché una conoscenza delle sue basi epistemologiche e dei suoi fondamenti teorici e metodologici. Tra i temi oggetto di analisi: la messa in discussione del “monopolio epistemico” (Anisur Rahman, Mohammed, Orlando Fals Borda, 1988); il contesto di origine della IAP e del gruppo di lavoro Fals Borda (Borda, 1999; Negrete, Vídeo 1, 2022); l’IAP interculturale (Sandoval-Forero, video 1, 2022). A conclusione del modulo, si è tenuta la conferenza-dibattito “Basi epistemologiche e fondamenti teorico-pratici della IAP”, articolata intorno ad alcune domande aperte: Qual è stato il contesto sociale e politico in cui è nata la IAP? Quali ragioni hanno reso necessaria la IAP? La ricerca-azione partecipativa genera cambiamento e consapevolezza sociale?
Il secondo modulo ha esposto i principi teorici e metodologici della IAP, con l’obiettivo di insegnare ad applicarli per trasformare le realtà avverse, tenendo conto dei differenti contesti sociali, comunitari ed educativi. Si è riflettuto sul ruolo della scienza nei confronti del cambiamento sociale (Farfán e López, 2011); su come indagare la realtà per trasformarla (Fals-Borda 1978); su come gestire i conflitti in una prospettiva di pace (Sandoval-Forero 2018); sul ruolo della conoscenza collettiva per promuovere il cambiamento in fabbrica, nel quartiere e nell’università (Bialakowsky, 2013 e 2020). Su quest’ultimo punto Alberto L. Bialakowsky (Istituto di Ricerca Gino Germani, Università di Buenos Aires e CLACSO) ha tenuto la conferenza-dibattito “La coproduzione della conoscenza collettiva nella ricerca sociale”.
Il modulo si è concluso con una relazione finale presentata da ciascun partecipante e discussa collettivamente, nel forum aperto. Il compito consisteva nell’immaginare una micro realtà e nel trasformarla, seguendo principi e metodi della IAP. Le seguenti domande hanno fatto da guida: Quali sono i fondamenti della coproduzione della conoscenza collettiva? Come si fa la ricerca per trasformare la realtà sociale? Come è costruita la scienza popolare?
Il terzo e ultimo modulo ha affrontato la questione dell’educazione ai valori e della formazione degli insegnanti. L’assunto di partenza dell’IAP è che occorre coltivare un patrimonio di esperienze che dia senso e migliori la vita individuale e collettiva. Il fine implicito consiste nel porre l’educazione in una prospettiva nuova, come educazione ai valori. In questa prospettiva, l’educazione si ispira a obiettivi strettamente legati ad una concezione ideale dell’essere umano e della società, cioè a quel che è ritenuto altamente degno di essere trasmesso. Non è istruzione in senso nozionistico, dunque, né semplice sviluppo di soft skills (come spesso avviene nel caso dell’educazione sessuale, civica, digitale, stradale, alimentare, ecc.), a meno che questi apprendimenti non costituiscano punti di partenza per coltivare un pensiero critico-riflessivo sulla collocazione della propria esistenza nel mondo. In effetti, l’azione partecipativa va oltre l’empowerment della sfera sociale, politica o economica: essa mira a costruire valori che, a lungo termine, influenzeranno la sfera politica, sociale, economica, giuridica, ecc., ovvero produrranno una nuova forma di sentipensare circa la politica, l’economia, la giustizia.
Il video e le diapositive predisposte dall’orientatore Tiziano Telleschi (2023) hanno suscitato commenti e dibattiti nel Forum vari temi, come la responsabilità dell’educazione nella costruzione di una vita dignitosa; il rapporto tra educazione e competenze trasversali; il valore e la sua genesi (su basi individuali e nei più piccoli contesti della vita quotidiana); il valevole (o curriculum nascosto); il curriculum nascosto come nucleo dell’identità; il dialogo “vero” e la relazione reciproca con l’altro; l’identità forte come dominio di sé (essenziale per fronteggiare il potere); le competenze dell’insegnante.
Conclusione del corso e prospettive future
Il corso è terminato con una conferenza-dibattito intitolata “Esperienze IAP scuola-comunità”, tenuta da Víctor Negrete (Universidad del Sinú, co-fondatore della IAP con Fals Borda). A chiusura, come prova di verifica finale, è stato chiesto ai partecipanti l’elaborazione di una proposta di Azione Partecipativa Trasformativa focalizzata su una realtà dell’area territoriale di provenienza.
L’esito positivo del progetto ha incoraggiato gli organizzatori a promuovere un secondo Corso-Laboratorio di Ricerca-Azione Partecipativa, iniziato il 7 marzo 2024.
Letture di riferimento
Anisur Rahman, Mohammed, Orlando Fals Borda (1988). Romper el monopolio del conocimiento Situación actual y perspectivas de la Investigación-Acción Participativa en el mundo. Análisis Político No. 5, sept.-dic, pp. 46-54.
Appadurai, Arjun (2013). The Future as Cultural Fact: Essays on the Global Condition, London-New York: Verso Books.
Bialakowsky, Alberto (dir.) (2013), Coproducción e Intelecto Colectivo. Investigando para el cambio con la fábrica, el barrio y la universidad, Buenos Aires: Editorial Teseo.
Bialakowsky Alberto y Luz M. Montelongo (2020). Condiciones de la praxis para un nuevo paradigma científico. En Cuadernos Abiertos de Crítica y Coproducción, pp. 19-29, CLACSO.
Fals Borda, Orlando (1999). Orígenes universales y retos actuales de la IAP. Colombia: Análisis Político No. 38, pp. 73-89.
Fals-Borda, Orlando (1978). El problema de cómo investigar la realidad para transformarla. Federación para el Análisis de la realidad colombiana (FUNDABCO). Bogotá, Colombia.
Herrera Farfán Nicolás Armando y López Guzmán Lorena (Comps.) (2011). Ciencia, Compromiso y Cambio Social. Textos de Orlando Fals Borda 1a ed. Buenos Aires: EI Colectivo- Lanzas y Letras.
Negrete-Víctor (2022). Los orígenes de la IAP en Colombia [Video 1].
Negrete-Víctor (2023). Conversatorio Experiencias de IAP escuela-comunidad [Vídeo 2] https://www.youtube.com/watch?v=wasckJMEHlE
Quijano, Anibal (2000). Coloniality of Power and Eurocentrism in Latin America, International Sociology, 15, 2, pp. 215-32.
Ricotta, Giuseppe (2023). “Per una rilettura critica dei classici”. Relazione a I Edizione del Seminario Permanente di Teorie Sociologiche (SPTS), 30-31 maggio, Università di Pisa.
Sandoval-Forero, Eduardo (2022, 27 marzo). Investigación Acción Intercultural para los Conflictos y la Paz [Video 1]. https://www.youtube.com/watch?v=dZ3whO9FchM. Red de Interculturalidad y Paz (redIPAZ).
Sandoval-Forero, Eduardo A. (2018). Investigación acción intercultural. En Etnografía e investigación acción para los conflictos y la paz. Metodologías descolonizadoras. pp. 71-85. Ediciones EAA. Aragua, Venezuela.
Santos de Souza, Boaventura. (2009). Una Epistemología El Sur. Buenos Aires: CLACSO. Siglo XXI Ed.
Telleschi, Tiziano (2023). Educación en valores y formación docente . Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace (Cisp), Università di Pisa, Italia.
Orlando Fals Borda (1925 – 2008) è nato a Mompox (Atlantico, Colombia). Ha ottenuto il Dottorato in Sociologia alla Università di Florida. È stato co-fondatore, con Camilo Torres Restrepo, del Dipartimento di Sociologia dell’Università Nazionale di Colombia. È stato proclamato dottore honoris causa in varie università, tra cui l’Università Centrale del Venezuela, l’Università Nazionale di Colombia, l’Università Pedagogica e Tecnologica di Colombia (UPTC). Ha avviato le attività della IAP nella Regione delle Ande e l’Accion Comunal consistente in studi rurali e per l’ordinamento territoriale. Ha ricoperto incarichi politici, come Viceministro dell’Agricoltura e membro dell’Assemblea Nazionale Costituente della Colombia nel 1991. È stato Direttore di Ricerca per lo Sviluppo sociale dell’ONU e Presidente del Consiglio di Educazione degli Adulti per l’America Latina.
Eduardo Andrés Sandoval Forero è Presidente della Academia de Ciencias Sociales y Humanas del Estado de México. Email: forerosandoval@gmail.com.
Tiziano Telleschi è Senior Fellow del Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa. Email: telleschi@gmail.com.