Per un’università più inclusiva: il tutorato per studentə con DSA, BES e disabilità
di Alba Di Palma, Letizia Panarese e Adriano De Cristofaro
All’Università di Pisa, l’inclusione non è uno slogan, ma una responsabilità condivisa che si traduce in azioni concrete e quotidiane. Tra queste, il servizio di tutoraggio rivolto a studenti e studentesse con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), disabilità permanenti o temporanee e Bisogni Educativi Speciali (BES) rappresenta una delle espressioni più tangibili dell’impegno dell’ateneo verso un’istruzione accessibile, equa e rispettosa delle differenze.
Questo servizio nasce dalla consapevolezza che la vita universitaria può essere particolarmente complessa per chi, oltre alle normali sfide dello studio, affronta anche ostacoli di natura cognitiva, fisica o emotiva. In questo contesto, il tutoraggio non è soltanto un aiuto per superare gli esami, ma un accompagnamento personalizzato che sostiene gli studenti anche sul piano organizzativo, motivazionale ed emotivo.
A coordinare il servizio di tutoraggio è l’Ufficio Servizi per l’Inclusione di studenti con Disabilità (USID), punto di riferimento fondamentale per tutto l’ateneo. L’USID non solo si occupa dell’attivazione delle misure di supporto, ma svolge anche una funzione essenziale di formazione, supervisione e monitoraggio del lavoro dei tutor.
L’organizzazione del servizio si articola su più livelli: accanto al nucleo centrale dell’USID e dello Sportello DSA, opera una rete diffusa nei Dipartimenti. In ciascun Dipartimento è presente un docente referente per l’inclusione, che funge da collegamento tra studenti, USID e corpo docente. Questa struttura capillare permette al servizio di adattarsi alle esigenze specifiche dei diversi corsi di studio, mantenendo al contempo una visione d’insieme coerente e condivisa.
La cornice normativa che sostiene il servizio è solida e ben definita. La Legge 170/2010 riconosce il diritto allo studio per gli studenti con DSA. La Legge 104/1992 garantisce il diritto all’educazione e all’integrazione delle persone con disabilità. Infine, la Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 introduce il concetto di BES, estendendo l’attenzione anche a chi vive situazioni di svantaggio non certificate, ma comunque significative.
I tutor, accuratamente selezionati tramite bandi pubblici, vengono formati su aspetti didattici, psicologici e normativi dal personale dell’USID. Il loro compito è quello di affiancare gli studenti e le studentesse in modo professionale, aiutandoli/e a migliorare il metodo di studio, a pianificare le attività, a organizzare il tempo e a gestire l’ansia, soprattutto in vista degli esami. Offrono supporto anche nella comprensione dei materiali, nella rielaborazione dei contenuti e nell’uso di strumenti compensativi e digitali.
Spesso le difficoltà affrontate dagli studenti non sono evidenti: si tratta di una fatica invisibile, che incide sull’autostima, sulla motivazione e sulla tenuta emotiva. Il tutoraggio interviene su questo piano, facilitando la comprensione del materiale, proponendo contenuti rielaborati come schemi o mappe concettuali, suggerendo strategie cognitive efficaci e supportando nella gestione dello stress. In questo modo si evita che lo studente si senta escluso o scoraggiato, promuovendo invece una partecipazione attiva e paritaria alla vita universitaria.
Molti di coloro che si avvicinano al servizio portano con sé esperienze scolastiche difficili: bocciature, diagnosi recenti, percorsi frammentati. In alcuni casi, emerge un senso di inadeguatezza che può condizionare profondamente l’esperienza universitaria.
Il tutor, in questi casi, ha un ruolo centrale nel ricostruire fiducia e motivazione, aiutando a riconoscere e valorizzare anche i piccoli progressi, incoraggiando a non arrendersi di fronte agli ostacoli, riconoscendo l’impegno a prescindere dai risultati, offrendo ascolto autentico e privo di giudizio. Talvolta, è proprio la presenza costante e affidabile del tutor a fare la differenza nel percorso accademico.
Uno degli aspetti più significativi di questa esperienza è la possibilità di costruire relazioni umane autentiche. Gli studenti che si sentono “diversi” possono avere difficoltà a integrarsi nei gruppi di studio, a esporsi e a chiedere aiuto. Ciò può generare isolamento e disimpegno. Il tutor, essendo in prima persona uno studente o una studentessa, si pone come mediatore tra il singolo e la comunità universitaria, favorendo un senso di appartenenza, aiutando a superare la solitudine e a gestire le difficoltà.
Grazie al tutoraggio molti studenti riescono a partecipare più attivamente alle lezioni, a unirsi a gruppi di studio, a prendere parte alle attività universitarie. L’inclusione si costruisce così, giorno per giorno, attraverso gesti semplici come uno scambio di messaggi, una parola di incoraggiamento o una chiacchierata dopo lo studio.
L’università rappresenta, per molti, una fase carica di pressioni: esami, scadenze, aspettative familiari, incertezze per il futuro. Per chi ha già vissuto esperienze scolastiche difficili o fragilità emotive, queste pressioni possono amplificarsi e generare stati d’ansia, blocchi, cali di autostima. Il tutor non è uno psicologo, ma può offrire uno spazio di contenimento, può fornire strumenti per superare l’ansia da prestazione, suggerire tecniche per gestire meglio il tempo, aiutare a riconoscere segnali di disagio e, se necessario, indirizzare ai servizi di consulenza psicologica dell’ateneo. Il rapporto di fiducia, empatia e assenza di giudizio che si crea tra tutor e studente rappresenta spesso uno spazio sicuro in cui potersi esprimere, ricaricare, ritrovare energia per affrontare le sfide accademiche.
Il tutoraggio va ben oltre il supporto agli esami: è un’esperienza che incarna un modello di università più umano, dove il sapere non viene trasmesso dall’alto, ma costruito insieme. Il tutor diventa testimone di una cultura accademica più cooperativa, accessibile e sensibile alle diversità. E anche per i tutor stessi, l’esperienza è profondamente formativa: si impara ad ascoltare, a mediare, a comprendere l’altro, a valorizzare le differenze. Si cresce come persone, diventando più consapevoli delle proprie risorse e delle proprie fragilità.
L’incontro tra tutor e studenti è pensato come uno spazio protetto, in cui si costruisce fiducia e si individuano strategie personalizzate per affrontare il percorso universitario. Il tutor non sostituisce lo studente, ma lo accompagna nell’esplorazione del proprio metodo, nel riconoscimento dei propri punti di forza e nel superamento delle difficoltà, non solo accademiche ma anche emotive.
Per noi tutor, si tratta anche di una “palestra relazionale”: un’occasione per sviluppare empatia, ascolto attivo e rispetto. Aiutare un altro studente a raggiungere i propri obiettivi significa anche crescere noi stessi, comprendere meglio le dinamiche dell’inclusione e contribuire concretamente, a rendere l’università un luogo più giusto, più accessibile e più umano.
I risultati del servizio sono visibili e incoraggianti: gli studenti seguiti con continuità tendono a sentirsi più sicuri, affrontano con maggiore serenità le prove d’esame, migliorano la gestione del tempo e acquisiscono maggiore autonomia nello studio. Ma, soprattutto, si sentono meno soli, essendo accolti in un contesto che li riconosce e valorizza le loro caratteristiche, invece di considerarle come un ostacolo.
Naturalmente, il lavoro non è privo di difficoltà. I bisogni degli studenti sono molteplici, cambiano nel tempo e, talvolta, richiedono interventi più complessi o l’attivazione di una rete di supporto più ampia. Per questo è essenziale che l’ateneo continui a investire in formazione, supervisione e potenziamento del servizio, affinché nessuno sia lasciato indietro per mancanza di risorse o visibilità.
In conclusione, il tutorato per studenti con DSA, BES e disabilità non è semplicemente un servizio ben strutturato: è l’espressione di una visione più ampia. Una visione di università che mette al centro la persona, valorizza le differenze e si impegna quotidianamente a creare un ambiente inclusivo, equo e rispettoso. Un luogo in cui ogni studente possa sentirsi accolto e messo nelle condizioni di esprimere appieno il proprio potenziale.
Alba Di Palma studia Tecniche di Allevamento Animale ed Educazione Cinofila e svolge il servizio di tutoraggio dal 2024.
Letizia Panarese studia Medicina Veterinaria e svolge il servizio di tutoraggio dal 2024.
Adriano De Cristofaro studia Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali e svolge il servizio di tutoraggio dal 2024.
Le autrici e l’autore tengono a ringraziare l’USID, la dottoressa Roberta Milani e, in particolare, il professor Fabio Macchioni, insieme a tutti i/le docenti del Dipartimento di Scienze Veterinarie.