sabato, Luglio 27, 2024

Speciale Ucraina: la fuga e l’accoglienza

La guerra in Ucraina ha costretto più di 11,5 milioni di persone (dati UNHCR) ad abbandonare il paese in cerca di sicurezza (anche se, dall’inizio della guerra, 4,9 milioni di persone sono rientrate nel paese). Gli stati limitrofi, e non solo, stanno accogliendo la popolazione in fuga. In questa pagina raccogliamo immagini e storie di profughi e profughe e monitoriamo le politiche di accoglienza attivate dai vari paesi europei. Sono 145.829 le persone in fuga dall’Ucraina arrivate fino al 6 luglio 2022 in Italia, di queste 77.212 sono donne, 22.989 uomini e 45.628 minori. Le principali città di destinazione dichiarate all’ingresso in Italia sono tuttora Milano, Roma, Napoli e Bologna.

 

 

 

4 maggio 2022 – Open Migration, progetto editoriale sulle migrazioni della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD), ha raccontato fin dall’inizio della guerra in Ucraina voci e storie di chi ha abbandonato il paese in cerca di protezione all’estero. “Abbiamo deciso di raccogliere tutti questi reportage in un instant ebook – ha dichiarato Andrea Oleandri di CILD – per offrire un quadro ampio su quanto sta accadendo, su cosa significhi la guerra, sui motivi che in Ucraina, come in altre parti del mondo, spingono le persone a scappare dal proprio paese e su quanto conti la volontà di accogliere. Per seguire oggi i fatti e costruire per il domani una memoria condivisa che ci aiuti a evitare errori già commessi in passato”.

Fonte: CILD

 

26 aprile 2022 – È un’inversione di tendenza che va avanti da settimane: i profughi che rientrano in Ucraina stanno aumentando, mentre sono sempre meno coloro che lasciano il paese. Gli spostamenti vedono protagoniste soprattutto le donne, talvolta accompagnate dai figli, che per vari motivi scelgono di varcare nuovamente il confine in direzione opposta: spesso perché non possono o non vogliono restare nel paese ospitante. In un’intervista pubblicata dal New York Times, un militare ucraino ha raccontato che solo nella zona di Leopoli ogni giorno per circa 18mila persone che escono dal paese, ce ne sono 9mila che rientrano. Anche le autorità di confine polacche hanno detto che la tendenza è molto diversa da un mese fa e il numero di persone che attraversano il confine in un senso si sta avvicinando a quello delle persone che lo attraversano nell’altro. A questo fenomeno ha sicuramente contribuito lo spostamento a Est delle principali offensive russe, col risultato che le città occidentali dell’Ucraina sono percepite come relativamente sicure.

Fonte: Il Post.

 

15 aprile 2022 – Centinaia di donne ucraine fuggite in Polonia dopo aver subito stupri ed essere rimaste incinte stanno facendo molta fatica ad abortire. La Polonia è uno dei paesi in cui nelle ultime settimane si sono rifugiati più profughi ucraini, ma è anche uno degli stati europei con le leggi più restrittive in materia di aborto: dall’inizio del 2021 infatti la legge polacca permette alle donne di abortire solo in rarissimi casi tra cui lo stupro, che però deve essere accertato da un magistrato. Nei fatti abortire in Polonia è quasi impossibile, e per chi arriva dall’Ucraina – dove l’aborto è sempre legale fino alla dodicesima settimana – e non sa come muoversi, lo è ancora di più. Oleksandra Matviichuk, presidente dell’associazione ucraina per i diritti umani Center for Civil Liberties, che ha denunciato il fenomeno e sta collaborando con le associazioni polacche per dare assistenza e informazioni alle donne che vogliono abortire, ha detto che essendo lo stupro “il crimine più nascosto” è difficile per le organizzazioni arrivare a tutte le donne che avrebbero bisogno di aiuto.

Fonte: il Post.

 

30 marzo 2022 – È stato firmato il Dpcm sulla protezione temporanea per i profughi ucraini, che recepisce la decisione del Consiglio dell’Unione Europea dello scorso 4 marzo. Ed è stata anche emanata l’ordinanza del capo della Protezione civile che dispone contributi economici per i rifugiati che troveranno una sistemazione abitativa autonoma. La protezione temporanea ha durata un anno e riguarda le persone sfollate dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022, primo giorno dell’attacco russo: include solo i cittadini del paese e i beneficiari di protezione internazionale, con i loro familiari. Il permesso di soggiorno rilasciato in Questura può essere prorogato di sei mesi più altri sei, per un massimo di un anno e consente l’accesso all’assistenza sanitaria, al lavoro e allo studio. Il provvedimento consente inoltre ai cittadini ucraini già presenti in Italia il ricongiungimento con i propri familiari ancora presenti in Ucraina. Chi fa richiesta di protezione temporanea e trova una sistemazione autonoma può ricevere “un contributo di sostentamento una tantum, pari a 300 euro mensili pro capite, per la durata massima di tre mesi decorrenti dalla data d’ingresso in Italia”. Se ci sono minori, “in favore dell’adulto titolare della tutela legale o affidatario, è riconosciuto un contributo addizionale mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 18 anni”.

Fonte: Avvenire.

 

24 marzo 2022 – Sono 250 al momento i profughi ucraini che sono arrivati a Milano con appositi bus grazie al progetto di Refugees Welcome, ‘Milano per l’Ucraina’. Nell’ambito del progetto a Milano hanno dato disponibilità più di 900 famiglie a ospitare profughi e quasi 1400 se si considera la provincia. I dati sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa nella sede del Municipio 8, che ha messo a disposizione uno spazio per raccogliere i beni donati dalla cittadinanza. Questi partono con dei bus per il confine polacco, che poi al ritorno porta i profughi a Milano.

Fonte: Ansa.

 

22 marzo 2022 – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto legge n. 21 del 21 marzo 2022, recante “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina”. Gli articoli dal 31, 33 e 34 riguardano l’accoglienza dei profughi provenienti dall’Ucraina. Il decreto dà il via libera a reperire 15mila posti in ulteriori forme di accoglienza diffusa tramite affidamento diretto al terzo settore. Previsto anche un sostegno economico a 60mila persone titolari della protezione temporanea che abbiano trovato autonoma sistemazione, per la durata di 90 giorni. Stanziate complessivamente risorse per l’accoglienza per 355 milioni di euro. Già nei giorni scorsi, il Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione aveva avviato la procedura per ampliare la rete SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione, che ha preso il posto del SIPROIMI) con 3.530 nuovi posti, da destinare con priorità ai nuclei familiari anche monoparentali per fronteggiare le esigenze di accoglienza dei profughi in fuga dall’Ucraina. Prevista, infine, dal decreto la possibilità per il personale medio-sanitario ucraino di esercitare la professione.

Fonte: Vita.

 

12 marzo 2022 – Sono 35 mila le persone che dall’Ucraina hanno finora raggiunto l’Italia: 17.685 donne, 3.040 uomini e 14.126 minori. Lo ha comunicato il Viminale, che ricorda come gli ingressi abbiano toccato la cifra di 4.500 al giorno dall’inizio della guerra. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre anche per “assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale”. Le ordinanze emanate dal capo del Dipartimento della protezione civile, Fabrizio Curcio, serviranno a “organizzare e attuare interventi urgenti“. Oltre al sistema istituzionale, costituito dai Centri di accoglienza straordinari (CAS) e dai centri del nuovo Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI), che ha preso il posto del SIPROIMI subentrato nel 2019 allo SPRAR, si stanno muovendo anche le reti di accoglienza familiare come ad esempio Refugees Welcome. “Auspichiamo che in futuro – ha commentato la direttrice di Refugees Welcome Italia, Fabiana Musicco – questa esperienza non rimanga solo una buona pratica sperimentata localmente, ma che diventi una policy e uno strumento di governance a livello nazionale, per garantire una diffusione capillare dell’accoglienza in famiglia”.

Fonti: SkyTg24; Fanpage; CorriereTV.

 

11 marzo 2022 – Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), finora la Polonia ha ospitato circa un milione e mezzo di persone in fuga dalla guerra tra Ucraina e Russia. Poco lontano dai luoghi di accoglienza, però, lungo il confine polacco con la Bielorussia ci sono centinaia persone bloccate da diversi mesi, che ripetutamente provano a oltrepassare la frontiera per entrare nell’Unione europea, rischiando di essere respinte o di restare uccise. Sono richiedenti asilo provenienti soprattutto dal Kurdistan e da altre aree del Medioriente, che da tempo provano a raggiungere la Polonia dalla Bielorussia. “Non possiamo saperlo con certezza, nessuno lo sa, ma presumiamo che lungo il confine dal lato della Bielorussia al momento siano presenti circa 1.500 persone, 500 nel campo di Bruzgi e un migliaio altrove”, ha dichiarato Silvia Cavazzini, attivista di Gandhi Charity che collabora anche con Hope & Humanity Poland. “Si tratta di iracheni, siriani, yemeniti, afghani, iraniani, pakistani, egiziani e qualcuno dalla Somalia e dal Camerun. Ci sono diverse famiglie, uomini e anche donne sole”.

Fonte: Osservatorio Diritti.

 

3 marzo 2022 – Il Consiglio europeo ha accettato la proposta della Commissione di attuare la Direttiva 55/2001 sulla protezione temporanea per garantire tutela immediata alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. Il provvedimento si applica ai cittadini ucraini e ai non ucraini legalmente residenti che non sono in condizione di ritornare nel loro paese. Le altre persone non rientreranno nell’ambito di applicazione della Direttiva, ma dovrebbero essere autorizzate a transitare dall’Unione Europea per ritornare nei loro paesi. “Un’applicazione positiva ma drammaticamente tardiva, che avrebbe potuto riguardare anche i richiedenti asilo siriani o afghani”, e che giunge dopo anni in cui le politiche dell’Unione europea sono state caratterizzate dall’esternalizzazione dei confini, dalla costruzione di muri e barriere, dalla pratica dei respingimenti. Lo afferma Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà – Ufficio rifugiati onlus di Trieste, che ha analizzato per Altraeconomia il contenuto e l’applicazione della Direttiva.

 

2 marzo 2022 – In molti punti di confine sono state denunciate pratiche selettive e discriminatorie ai danni di ucraini Rom e di persone provenienti da paesi africani e asiatici, bloccate mentre cercavano di salire a bordo dei treni verso la Polonia. I governi di Nigeria, Ghana, Kenya e Gabon hanno protestato per queste violazioni del diritto d’asilo.

Fonte: The Conversation; AlJazeera (video).

 

1 marzo 2022 – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha definito la crisi in corso come la più rapida e potenzialmente la più grave che l’Europa ha conosciuto dalla fine della seconda guerra mondiale. Solo nella prima settimana, più di un milione di persone hanno attraversato i confini coi paesi vicini: l’UNHCR stima che, in assenza di un vero cessate il fuoco, almeno 4 milioni di persone potrebbero fuggire nelle prossime settimane. Tra i profughi anche migliaia di minori non accompagnati, che UNHCR e Unicef invitano a proteggere con particolare attenzione.

Fonti: The Guardian; Los Angeles Times e TV2000 (immagini).