mercoledì, Aprile 2, 2025
ConflittiCultura

Una nave-scuola per la pace attraversa il Mediterraneo

 

di Silvia Ferreira Barbosa

Nello spirito degli Incontri del Mediterraneo di Bari (2020), Firenze (2022), Marsiglia (2023) e Tirana (2024), l’associazione Mar Yam, l’associazione AJD – Bel Espoir e la diocesi di Marsiglia hanno da poco lanciato “L’Odissea MED 25 – Bel Espoir”.

Da marzo a ottobre 2025, una nave-scuola per la pace solcherà il Mediterraneo, collegando le sue cinque sponde in un viaggio di otto mesi con circa trenta scali. A bordo, 200 giovani divisi in otto gruppi da 25 ciascuno, selezionati per nazionalità, cultura e religione. I partecipanti sono stati scelti in base al loro impegno civile, all’interesse per la regione mediterranea e alla volontà di contribuire alla costruzione della pace.

Gli ultimi Incontri Mediterranei – Mosaico di Speranza si sono tenuti dal 17 al 24 settembre 2023 a Marsiglia, radunando settanta giovani di diverse fedi provenienti dalle cinque sponde del Mediterraneo (Nord Africa, Medio Oriente, Mar Nero e Mar Egeo, Balcani, Europa latina) e da venticinque Paesi. Il 20 settembre si sono uniti a loro altrettanti vescovi per due giorni di lavoro comune, prima dell’arrivo di Papa Francesco, che ha concluso gli incontri alla presenza di leader religiosi, politici, economici e comunitari.

L’evento è stato anche un’occasione per una festa interculturale e solidale, con la partecipazione di circa 150 partner civili e associativi. Si sono svolte sessioni con una cinquantina di teologi (cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei e musulmani), un’assemblea di direttori delle scuole del Mediterraneo e un incontro dei rettori dei santuari mariani, considerati “luoghi santi condivisi” e spazi di ospitalità tra credenti di diverse religioni.

 

“Le Bel Espoir” – Una nave scuola

La Bel Espoir II è una goletta a tre alberi di 29 metri con un pescaggio di 2,80 metri. La nave salperà il 1° marzo 2025 da Barcellona, toccando porti come Malaga, Tetouan (Marocco), Palermo, La Valletta (Malta), Nicosia (Cipro), Istanbul (Turchia), Durazzo (Albania), Ravenna e Napoli, per poi tornare a Marsiglia. A ogni tappa, i giovani organizzeranno incontri, convegni e festival su temi come “Donne nel Mediterraneo”, “Religione in dialogo”, “Ambiente e sviluppo”, “Sfide migratorie” e “Costruire la pace”. 

Gli incontri sono stati preparati da team in collaborazione con autorità locali (Città di Marsiglia, Metropolia di Aix-Marsiglia-Provenza e Regione Sud) e numerosi partner socio-economici, culturali e religiosi. L’obiettivo è coinvolgere il territorio nella sua diversità, accogliere rappresentanti delle cinque sponde del Mediterraneo e promuovere le risorse storiche, culturali e spirituali della regione per costruire la pace. Tutti sono invitati a cogliere, oltre la gioia degli incontri, la fecondità delle differenze messe al servizio del bene comune.

Il metodo scelto si basa sull’esperienza di ciascun partecipante, immerso nella propria cultura e nella pluralità delle storie vissute. Durante l’assemblea, vescovi e giovani hanno condiviso storie personali, a volte delicate o complesse, fidandosi della propria esperienza umana e di quella degli altri.

L’incontro ha incluso visite a luoghi di culto, tavole rotonde, concerti, rappresentazioni teatrali, tornei di calcio, balli popolari e un banchetto solidale. Queste attività hanno creato spazi di incontro tra persone e comunità che, pur vivendo nello stesso territorio, spesso non si conoscono.

 

La spedizione Med 2025

La nuova spedizione, chiamata Med 2025, non è un corso di formazione marittima, ma una “formazione per la pace”, come sottolinea Alexis Leproux, vicario episcopale per le relazioni con il Mediterraneo. “Un vento di pace per riempire le vele della fraternità”, perché il contesto attorno al Mediterraneo è sempre più conflittuale, spesso con dimensioni religiose. “Riunendo giovani di fedi diverse, vogliamo dimostrare che la religione non è un ostacolo alla pace”, afferma Leproux.

Nelle varie tappe verranno affrontati temi specifici: a Palermo, istruzione e sviluppo; a La Valletta, il ruolo delle donne; a Cipro, il dialogo interreligioso; a Istanbul, la sostenibilità ambientale; a Durazzo, le migrazioni; a Ravenna, le radici del cristianesimo e l’ecumenismo; a Napoli e Marsiglia, la costruzione della pace.

Marsiglia, con la sua storia unica di scambi e migrazioni, è stata da sempre al centro degli Incontri Mediterranei. La città, fondata come Massalia da marinai greci e liguri, è un simbolo di incontro tra culture. Oggi, Marsiglia continua a essere un luogo di speranza e di nuovi inizi per molti migranti.

 

Mediterraneo vulnerabile, tra migrazioni e cambiamento climatico

Nonostante le sue ricchezze, il Mediterraneo è oggi una regione vulnerabile, divisa e precaria. Le sfide includono in primo luogo le migrazioni, con oltre 2.300 morti in mare tra gennaio e settembre 2023, secondo le Nazioni Unite.  Si tratta di un problema strutturale, connesso alla chiusura progressiva e alla militarizzazione delle frontiere europee: dalla fine degli anni ’90, almeno 45.000 persone – uomini, donne e bambini – hanno perso la vita in mare.

A volte l’opinione pubblica si commuove, come quando nel 2015 è stato scoperto il corpo del piccolo Aylan, un bambino siriano trovato mort su una spiaggia in Turchia dopo un naufragio, ma resta sostanzialmente muta di fronte alle azioni degli Stati che impediscono alle imbarcazioni di soccorrere i naufraghi, per paura dell’aumento dei flussi migratori.

Di fronte all’entità delle migrazioni, la cultura dell’ospitalità e della solidarietà tipica delle popolazioni che vivono lungo il Mediterraneo è minacciata. Il mare, fonte di vita e promessa di futuro, è oggi diventato teatro delle più grandi tragedie del nostro tempo.

Un’altra grande sfida che sta mobilitando l’opinione pubblica è il cambiamento climatico. Nelle grandi città l’estate è ormai soffocante, e la scarsità d’acqua ostacola l’irrigazione delle colture, costringendo i viticoltori a migrare verso nord. Da diversi anni gli esperti del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) mettono in guardia sulla gravità di vari fenomeni. La Conferenza delle Parti di Parigi ha preso impegni necessari ma difficili da rispettare per il contenimento dell’aumento delle temperature medie, attraverso una serie di obiettivi di riduzione delle emissioni.

I movimenti per la giustizia climatica lottano da anni contro lo sfruttamento dei combustibili fossili, promuovendo modelli energetici alternativi fondati sulle rinnovabili e invitando a uno stile di vita più sobrio, a partire da chi consuma di più. Eppure, fanno enorme fatica a trovare ascolto presso i governi, più sensibili alle pressioni del settore estrattivo.

Eppure il Mar Mediterraneo è considerato da diversi anni un “hot spot” dall’IPCC, e i suoi ecosistemi marini ne stanno subendo le conseguenze, con la scomparsa di una cinquantina di specie (coralli, gorgonie, ricci di mare, molluschi, bivalvi, posidonia, ecc.). Anche sulla terraferma, la fauna, la flora e gli esseri umani sono minacciati.

 

Per un Mediterraneo di pace 

Padre Alexis Leproux, vicario episcopale per le relazioni con il Mediterraneo, ha sottolineato che una pace duratura non può venire solo dalle istituzioni, ma deve germogliare nel cuore di ogni individuo. “Il Bel Espoir navigherà sul soffio della speranza”, ha affermato, ricordando che il Mediterraneo, nonostante le sue contraddizioni, rimane uno spazio di incontri e di possibilità. Un mare che, attraverso i secoli, ha diffuso nel mondo valori come la libertà, la ricerca della verità e il rispetto per la dignità umana.

In un’epoca segnata da conflitti, disuguaglianze e crisi ambientali, il Mediterraneo può ancora essere un faro di speranza. Gli Incontri Mediterranei e il viaggio della Bel Espoir sono un invito a riscoprire le radici comuni, a valorizzare le differenze e a lavorare insieme per un futuro di pace e prosperità. Come ha ricordato Leproux, “non è solo un sogno, ma un processo concreto”, in cui sempre più giovani si stanno impegnando con energia e talento per costruire un Mediterraneo più giusto, solidale e fraterno.

 

Silvia Ferreira Barbosa è studentessa del corso di laurea triennale in “Scienze per la pace” dell’Università di Pisa. Membro dell’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, attualmente svolge il proprio tirocinio presso il Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace.