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sfera pubblica

10 Febbraio 2021 cispmag

La sfera pubblica, al di là dell’oblio delle aporie

di Christian Bermes Ci siamo abituati al fatto che la politica necessiti della sfera pubblica. Eppure, questa non è

LA FOTO STORIA

La sera dell'11 novembre decine di attivisti indigeni e membri del collettivo "Juntos" hanno forzato la sicurezza e hanno fatto irruzione nella sede principale della COP30, il Summit globale sul clima in corso fino al 21 novembre nella città amazzonica di Belém. Le forze di polizia hanno respinto a fatica i manifestanti. Nei giorni successivi le comunità indigene hanno continuato a presidiare gli ingressi del Summit, chiedendo di essere ascoltate.

Le richieste di chi protesta sono chiare: tassare le grandi società responsabili dei cambiamenti climatici, ma soprattutto fermare la deforestazione e le trivellazioni petrolifere in Amazzonia. “Non ci nutriamo di soldi”, hanno dichiarato i portavoce delle comunità. “Ciò che vogliamo è vedere i nostri territori liberi. Ma il business delle esplorazioni di petrolio e minerali e delle deforestazioni non ce lo permette”.

Al centro delle critiche anche il Presidente brasiliano “Lula” da Silva, contestato per aver sostenuto il progetto di esplorazione e trivellazione nel bacino amazzonico da parte della Petrobras, l’azienda petrolifera di Stato. Per molti questo progetto è simbolo delle contraddizioni di Lula, che sostiene di essere all’avanguardia nella lotta alla crisi climatica e nella difesa della foresta amazzonica. Come sostiene l’Observatório do Clima, una rete di Ong ambientaliste brasiliane, “l’autorizzazione data alla Petrobras costituisce un sabotaggio della COP30 e contraddice il ruolo di leader climatico che il Presidente rivendica”.

Fonti delle immagini: Reuters, Associated Press, Al Jazeera, Anderson Coelho.

L'INFOGRAFICA

L'esercito degli Stati Uniti sta dispiegando ingenti forze navali e aeree nel Mar dei Caraibi, nel quadro di una "guerra al narcotraffico" combattuta con uccisioni extragiudiziali e che sembra avere come obiettivo finale un cambio di regime in Venezuela.

Il rafforzamento militare statunitense nell'area è iniziato ad agosto 2025, con l'arrivo di navi da guerra, un sottomarino a propulsione nucleare, aerei da combattimento e aerei spia. Il gruppo d'attacco della portaerei Ford, con circa 10.000 uomini e decine di aerei e sistemi d'arma, è in arrivo dal Mar Adriatico.

Secondo un'indagine della Reuters, l'esercito statunitense sta anche recuperando e ampliando un'ex base navale della Guerra Fredda, la Roosevelt Roads a Porto Rico: la base militare, una delle più grandi al mondo fino alla sua chiusura nel 2004, occupa una posizione strategica a circa 800 chilometri dal Venezuela.

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