Speciale Ucraina: le forme di resistenza nonviolenta
In tante e tanti si chiedono come sia possibile fermare la guerra in Ucraina e proteggere la popolazione civile senza ricorrere alle armi, nella convinzione che questa crisi possa e debba essere risolta sul diplomatico e negoziale, non su quello militare. La nonviolenza non va confusa con un atteggiamento di passiva accettazione di una condizione di dominio, di aggressione o di abuso, ma va intesa come un repertorio di idee e pratiche orientate attivamente a risolvere un conflitto a partire dalle sue cause profonde e senza mezzi violenti. L’obiettivo di un’azione nonviolenta è quello di interrompere la spirale dell’escalation armata con azioni di interposizione, non collaborazione, diserzione, solidarietà, critica e denuncia pubblica, e di ricostruire le condizioni per un negoziato vero ed equo tra le parti. In questa pagina raccogliamo alcune delle forme più significative di resistenza non armata e nonviolenta che si sono sviluppate in Russia, in Ucraina e in altre parti del mondo, affinché diventino più visibili e acquistino forza e concretezza le alternative all’uso della forza nella risoluzione del conflitto in corso.
Febbraio 2023 – Dopo le scritte sulle banconote, i nastrini verdi, i “piccoli picchetti” dei pupazzetti di plastilina, i cartellini dei prezzi nei supermercati sostituiti con messaggi pacifisti, in Russia si è diffusa una nuova forma di protesta nonviolenta contro l’invasione dell’Ucraina, in cui si stima siano morti finora 100.000 soldati da entrambe le parti: è stata chiamata la “protesta dei fiori”, perché in tutto il paese busti di poeti e scrittori ucraini, o monumenti alle vittime dello stalinismo, sono stati riempiti di fiori, foto, lumini a olio e messaggi. La nuova forma di protesta si è diffusa dopo che, lo scorso 14 gennaio, un condominio di Dnipro era stato colpito dal fuoco russo, facendo almeno 46 vittime civili. Dal raid del mese scorso almeno 70 altari spontanei sono apparsi in diversi capoluoghi russi e persino in Crimea.
Le autorità russe rimuovono gli altari e tutto ciò che contengono. Chi li allestisce rischia le pene previste per chi dissente dalla guerra in corso. Quasi ventimila persone sono state fermate per aver partecipato a proteste contro il conflitto da quando la Russia ha lanciato la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina. Così commenta la situazione il giornalista Oleg Pshenichny: “Se la protesta è stata soffocata, chi sono le ventimila persone fermate finora? Chi ha creato i 600mila siti Internet bloccati? Perché sono stati aperti oltre 700 procedimenti penali soltanto per dichiarazioni contro il conflitto?”.
Fonte: la Repubblica
13 giugno 2022 – Il prossimo 24 giugno e 14 luglio i movimenti pacifisti europei si metteranno in cammino per raggiungere la città di Odessa, allo scopo di permettere l’evacuazione della popolazione civile e lanciare un nuovo segnale “dal basso” affinché si avviino dei veri negoziati di pace in Ucraina. “Soccorrere, disarmare e negoziare” sono le tre parole che accompagnano in particolatre l’azione di Rete Italiana Pace e Disarmo che, il prossimo 18 giugno, chiamerà a raccolta tutte le organizzazioni civili che si metteranno in marcia verso Odessa il 24 giugno. «Se vogliamo costruire la pace, dobbiamo fare proposte concrete ed essere presenti nei luoghi di crisi» sottolinea Francesco Vignarca.
Fonte: Avvenire
19 Maggio 2022 – L’11 luglio si svolgerà una marcia per la pace a Kiev, nel giorno della festa di san Benedetto, patrono d’Europa. Sarà quello il giorno ‘x’, il giorno della grande marcia contro la guerra, della mobilitazione di massa di migliaia di cittadini europei in Ucraina. Al momento hanno aderito 35 associazioni e diverse centinaia di cittadini e cittadine. Il progetto si chiama “Mean” (Movimento europeo di azione nonviolente) e si rivolge a tutta la società civile europea “perché esiste una via diversa di risoluzione del conflitto in corso”. Obiettivo del progetto è anche quello di creare una rete in grado di accogliere bambini e persone fragili in fuga dalla guerra.
Fonte: Avvenire
13 Maggio 2022 – Una donna di San Pietroburgo è stata multata e arrestata dagli agenti di polizia per aver diffuso dalla sua abitazione privata delle registrazioni audio ad alto volume, che testimonierebbero le atrocità compiute in Ucraina dalle forze russe.
Fonte: Open
3 Maggio 2022 – Roar, l’onomatopea di «un potente ruggito che molte persone potranno sentire e trovare solidale», è l’acronimo di Russian oppositional arts review, una rivista online in russo e in inglese contenente riflessioni e testimonianze, saggi, poesie, immagini e suoni di denuncia della guerra. Il primo numero è uscito il 24 aprile scorso, L’idea sostiene la curatrice Linor Goralik – era di «creare una piattaforma che potesse aiutare tutte queste voci a suonare insieme». Idea avviata poco dopo l’inizio della guerra anche dall’Università per stranieri di Siena, attraverso la pagina online sul sito dell’Ateneo internazionale “Voci contro la guerra”. A occuparsi del progetto è in particolare Giulia Marcucci, professoressa associata in Lingua e traduzione russa e direttrice del Centro di studi sulla traduzione.
Fonte: Avvenire
24 aprile 2022 – “Fermatevi! La guerra è una follia”. Con questo titolo è stata convocata un’edizione straordinaria della Marcia Perugia-Assisi della pace e della fraternità, per chiedere con forza il cessate il fuoco in Ucraina. Rappresentanti pubblici, scuole e università, associazioni nazionali e locali: è stato molto ricco e variegato il quadro di chi ha preso parte alla Marcia fondata da Aldo Capitini. I partecipanti hanno invocato il rispetto del diritto internazionale, la fine della corsa al riarmo e il rifiuto della narrazione polarizzante e bellicista promossa dai media. Non sono mancati segni di solidarietà al popolo ucraino, ma il pensiero dei presenti si è esteso anche a quella parte del popolo russo che esprime dissenso nei confronti del proprio governo, ai soldati travolti da una guerra che non volevano e alle vittime di tutte le guerre dimenticate. Dopo l’accoglienza dei partecipanti e alcuni interventi di apertura si è messo in cammino il lungo corteo, composto secondo i primi dati forniti dagli organizzatori da 156 Comuni, Province e Regioni, 53 Scuole, 88 Associazioni nazionali, 359 Associazioni locali, più 10.000 persone singole iscrittesi ufficialmente.
Fonte: La Nazione
16 aprile 2022 – Quattro donne con le teste coperte da sacchi della spazzatura, le mani legate dietro la schiena e le mutande macchiate di rosso hanno protestato davanti l’ambasciata russa a Dublino: la stessa modalità di denuncia degli stupri commessi dai soldati russi in Ucraina, attuata qualche giorno prima a Tallin. Le donne sono rimaste in silenzio per 15 minuti fuori dall’ingresso dell’ambasciata, mostrando cartelli con la scritta “Lo stupro è un’arma di guerra. Solidarietà con l’Ucraina”.
Fonte: Irish Examiner.
14 aprile 2022 – La polizia ha fatto irruzione nel centro culturale ‘Rassvet’ di Mosca, durante il concerto contro la guerra del pianista Alexei Lubimov e della cantante Yana Ivalinova, tributo al compositore ucraino Valentin Silvestrov ed a Schubert. Lubimov però ha continuato a suonare fino al termine della sua esibizione, seguita dalla standing ovation del pubblico.
Fonte: La Stampa.
14 aprile 2022 – È stata arrestata l’artista e attivista russa Alexandra Skochilenko. La polizia di San Pietroburgo l’ha individuata come l’ideatrice di una protesta silenziosa ma capillare contro la guerra nei supermercati di diverse città russe: aggiungere ai cartellini dei prezzi dei biglietti pacifisti. In altri casi gli attivisti sfruttavano la cifra dei prezzi dei prodotti sugli scaffali per denunciare, con altri biglietti, quel che stava accadendo in Ucraina, come il numero delle vittime tra i bambini o i cadaveri ritrovati a Bucha. La legge russa “contro le fake news” obbliga chiunque parli della guerra in Ucraina a definirla una “operazione militare speciale”. Per aver infranto tale legge, “screditando le forze armate della Russia”, Skochilenko rischia fino a dieci anni di carcere e una multa di almeno 33 mila euro (3 milioni di rubli). Fino al 31 maggio l’attivista rimarrà in custodia cautelare in attesa di giudizio.
Fonte: Open.
13 aprile 2022 – Decine di donne si sono riunite davanti all’ambasciata russa a Tallin, capitale dell’Estonia, per attirare l’attenzione sulle violenze sessuali commesse dai soldati russi in Ucraina. Con le teste coperte da sacchi della spazzatura, le mani legate dietro la schiena e le mutande macchiate di rosso, le manifestanti si sono allineate davanti all’edificio diplomatico, in silenziosa protesta. In questa, come in tante altre guerre, il corpo delle donne del gruppo nemico diventa oggetto di violenze simboliche e fisiche.
Fonte: Ansa.
4 aprile 2022 – Si è conclusa dopo un viaggio di quattro giorni, fra il 31 marzo e il 4 aprile, la Carovana della pace partita dall’Italia per portare a Leopoli 32 tonnellate di aiuti, solidarietà ai civili e un forte messaggio: “stopthewar”. Un’azione diretta nonviolenta, per provare a comprendere e fermare la guerra in Ucraina, lontana dalle narrazioni dominanti, vicina alle popolazioni civili colpite dalla violenza del conflitto armato. La Carovana è stata voluta e organizzata da una rete molto ampia, che comprende organizzazioni cristiane come la Focsiv, la Comunità Papa Giovanni XXIII e Pax Christi, la Pro civitate christiana di Assisi, i Comboniani, il Cipax, i Focolari e i Beati i costruttori di pace. Insieme a loro anche la Cgil e i coordinamenti laici come l’Associazione delle Ong italiane con Arcs, Arci, Un ponte per, Fairwatch, il Cospe di Firenze, Libera e il Gruppo Abele, gli ambientalisti di Extinction Rebellion e Legambiente. E ancora, le realtà dell’accoglienza come Mediterranea, Arci Solidarietà, Mare aperto e tante altre organizzazioni. Monica Di Sisto, giornalista esperta di questioni economiche, attivista e vicepresidente di Fairwatch, è stata a Leopoli con la Carovana ed è stata intervistata da Michele D’Amico per Sapereambiente.
La carovana #stopthewarnow sta rientrando in Italia con a bordo circa 300 profughi. #FOCSIV e Caritas di Trento, con l’associazione Sapori Reclusi, si prenderà cura di un nucleo familiare di 4 donne, di cui una bambina di sette anni.#StopWar #StopWarInUkraine #PACE pic.twitter.com/n0UAwqsgVu
— Volontari nel mondo (@FOCSIV) April 3, 2022
31 marzo 2022 – La repressione del dissenso alimenta la creatività. In varie città della Russia, dove una parte della popolazione manifesta da settimane la propria contrarietà alla guerra rischiando l’arresto, sono comparse delle piccole figure che “manifestano” contro la guerra. Sono fatte di carta, plastilina e altri materiali ed espongono cartelli con il simbolo della pace o con brevi parole. Lasciate sugli alberi, nei vasi, alle fermate degli autobus, sui monumenti, queste figure vengono immortalate dai loro creatori e poi pubblicate dalla pagina Instagram “malenkiy_piket”, cioè letteralmente “piccolo picchetto”. Un modo per manifestare la propria distanza dal governo russo, senza incorrere nella repressione.
27 marzo 2022 – A San Pietroburgo, una ragazza (presumibilmente l’artista Evgenia Isaeva), si è cosparsa di vernice rosso sangue vicino al Consiglio comunale. Ai suoi piedi uno striscione, ripiegato, contro la guerra. Con le braccia alzate, mentre le forze dell’ordine la circondano e aspettano di arrestarla, ha scandito più volte: “Il cuore sanguina”.
She’s saying: ‘The heart is bleeding’
In St. Petersburg, a girl, presumably the artist Evgenia Isaeva), doused herself with red paint near the city council. Under her feet is a canvas with a pacifist text. For this anti-war performance, she was detained pic.twitter.com/9x3ybI3drj— francesco strazzari (@franxstrax) March 27, 2022
26 marzo 2022 – Praticata per motivi estremamente umani, oltre che ideali, la diserzione ha sempre accompagnato le guerre moderne. Il grado di violenza, lo spaesamento, la mancanza di motivazione: sono solo alcuni dei motivi che possono spingere a gettare le armi, a smettere di uccidere il proprio simile, per seguire i comandi. E infatti, spesso, sono i comandanti dell’esercito a essere il bersaglio dei disertori esasperati: è il caso del colonnello russo Yuri Medvedev, comandante della 37esima brigata fucilieri motorizzati, deliberatamente travolto da uno dei suoi carri armati. Si pensa a una rappresaglia interna, motivata dall’aver mandato a morte centinaia di ragazzi. Sui social sono state diffuse le immagini dell’ufficiale gravemente ferito e portato in Bielorussia, dove sarebbe morto. I casi di diserzione nell’esercito russo sembra siano numerosi, anche se naturalmente non abbiamo a disposizione dati certi e il tema funziona bene come propaganda di guerra. Su Avvenire, Nello Scavo ricostruisce alcune di queste vicende. «Eravamo in Bielorussia, ci avevano detto che era un’esercitazione come le altre. Hanno mentito. In Ucraina ci venivo in vacanza, a trovare i parenti, adesso mi chiedono di ucciderli», ha spiegato Radislav, un giovane disertore russo. E racconta di come la popolazione ucraina a volte aiuti e protegga chi getta le armi, considerato traditore da una parte, ma pur sempre un invasore dall’altra.
20 marzo 2022 – Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, sono state numerose le proteste di cittadini e cittadine nelle città sotto controllo russo, come Kherson, Kakhovka e Berdyansk. Un video, condiviso da Ukrayinska Pravda, mostra la folla che sventola le bandiere ucraine a Kherson e fa allontanare i convogli russi al grido “Tornate a casa!”. In altre città, secondo fonti ucraine, le pacifiche manifestazioni degli abitanti sono state represse.
Fonte: The Sun.
19 marzo 2022 – A quasi un mese dall’inizio della guerra, sono più di 15.000 i cittadini e le cittadine russe fermate o arrestate per aver partecipato a proteste contro l’invasione dell’Ucraina: lo riporta OVD-info, un’organizzazione per la tutela dei diritti dei prigionieri politici. Non si tratta solo di manifestazioni di massa, ma anche di picchetti solitari. Non sono reperibili, al momento, dati ufficiali sul numero di persone che in Russia protestano contro la guerra, perché le manifestazioni sono essenzialmente spontanee, non coordinate da formazioni politiche di opposizione, movimenti sociali, organizzazioni. Maria Chiara Franceschelli ha ricostruito in un articolo pubblicato su Sbilanciamoci.info il quadro composito e articolato dei movimenti sociali anti-governativi che sono nati e operano in Russia: anche in una società sempre più autoritaria, gli spazi per la manifestazione del dissenso non sono assenti, ma richiedono forme particolari di mobilitazione e organizzazione. Di questa società civile resistente, che alimenta le proteste contro la guerra, occorre tenere debito conto nel dibattito sulla guerra e nelle azioni per ricostruire la pace.
17 marzo 2022 – “Lanciamo un appello alla leadership di entrambi gli Stati [la Russia e l’Ucraina] e alle forze militari affinché facciano un passo indietro e si siedano davvero al tavolo dei negoziati. La pace in Ucraina e nel mondo può essere raggiunta solo in modo nonviolento. La guerra è un crimine contro l’umanità. Pertanto, siamo determinati a non sostenere alcun tipo di guerra e a lottare per la rimozione di tutte le cause di guerra. È difficile rimanere calmi e sani di mente ora, ma con il sostegno della società civile globale è più facile”. Questo uno dei passaggi centrali dell’appello diffuso da Yurii Sheliazhenko, membro del direttivo della rete pacifista internazionale World Beyond War, segretario esecutivo dell’Ukrainian Pacifist Movement e membro dell’Ufficio europeo per l’obiezione di coscienza. Completamente silenziata dalla narrazione bellicista dominante, la voce del movimento nonviolento ucraino merita di essere ascoltata e diffusa per la sua forza controcorrente, che le attira da parte del governo e della maggioranza del paese l’accusa di “tradire la patria” (un’accusa che gli obiettori di coscienza conoscono molto bene, purtroppo, ma che non li ha fatti desistere dalla loro lotta per la pace attraverso il disarmo generalizzato).
Fonte: Pressenza.
14 marzo 2022 – Lavoratori del Cargo Village dell’aeroporto di Pisa si rifiutano di caricare gli aerei in partenza per la Polonia: il carico doveva essere di aiuti umanitari, invece includeva anche casse piene di armi e munizioni. L’Unione Sindacale di Base chiede alle strutture di controllo del traffico aereo dell’aeroporto civile di “bloccare immediatamente questi voli di morte mascherati da aiuti umanitari, ai lavoratori di continuare a rifiutarsi di caricare armi ed esplosivi che vanno ad alimentare una spirale di guerra, che potremo fermare solo con un immediato cessate il fuoco e il rilancio di dialoghi di pace”. Secondo quanto riporta il quotidiano Domani, Toscana Aeroporti, la società di gestione dello scalo pisano, era a conoscenza dell’invio di armi insieme ad aiuti umanitari. Il gruppo parlamentare ManifestA ha chiesto al Ministro della Difesa di riferire in aula.
Fonte: Qui News Pisa.
13 marzo 2022 – Una giornalista della tv di stato russa Pervyi Kanal (primo canale), Marina Ovsyannikova, ha fatto irruzione durante la diretta di uno dei principali notiziari della sera, alzando dietro la presentatrice un cartello con la scritta: “No war. Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi dicono bugie. Russi contro la guerra“. La protesta è avvenuta intorno alle 21:30 ora di Mosca. Poco prima la Ovsyannikova aveva postato un video sui social in cui spiegava i motivi del suo gesto, dicendo di essersi vergognata di aver dovuto lavorare a diffondere la propaganda del governo. La trasmissione è stata interrotta dopo pochi secondi. La donna è stata arrestata e, per un giorno, è risultata irragiungibile al suo stesso avvocato: è stata condannata a pagare una multa da 30.000 rubli (circa 255 euro) per “organizzazione di un evento pubblico non autorizzato”. Secondo l’agenzia Tass, Marina Ovsyannikova sarebbe stata incriminata ai sensi della nuova legge che vieta atti pubblici che mirano a “screditare le forze armate russe” e che prevede pene fino a 15 anni di carcere.
Fonte: CorriereTV.
9 marzo 2022 – La Comunità Papa Giovanni XXIII porta avanti da trent’anni l’Operazione Colomba, un corpo nonviolento di pace, che con i suoi Caschi Bianchi promuove azioni nonviolente, sperimentando la condivisione diretta al fianco delle vittime dei conflitti. In questi giorni la Comunità ha chiesto al governo italiano di revocare la decisione di fornire armi all’Ucraina e ha lanciato la proposta di organizzare ed accompagnare una delegazione di politici europei in Ucraina: “L’Europa non può alimentare una escalation militare che rischierebbe di sfociare in un conflitto nucleare. Pertanto la sola possibilità è un forte e coraggioso intervento civile. Proponiamo che ogni paese europeo mandi in una missione coordinata in Ucraina i suoi migliori rappresentanti dei cittadini: parlamentari, europarlamentari. È necessario essere rapidi e noi possiamo offrire la nostra trentennale esperienza in zone di conflitto. Stiamo riscontrando un altissimo desiderio di intervento. La gente non vuole rimanere inerme e impotente. Per questa ragione chiediamo ai rappresentanti dei cittadini di impegnarsi in prima persona in un intervento politico, non armato e civile”. La Comunità ha anche elaborato e diffuso un documento in 6 punti, contenente proposte per una risoluzione non armata del conflitto in corso, e lanciato un appello per la pace: “Nessuno, neppure gli uomini più potenti del mondo, ha il diritto di fare la guerra!”.
8 marzo 2022 – Durante la giornata dell’8 marzo, le femministe russe hanno fatto sentire la propria voce e, nonostante la paura, sono scese in piazza per manifestare contro la guerra. Attraverso un appello hanno invitato tutti e tutte a manifestare contro l’aggressione e l’occupazione dell’Ucraina. La guerra è condannata come espressione dell’oppressione sessista e patriarcale sulla società: con la guerra non solo si accentuano le disuguaglianza di genere, ma vengono violati i più elementari diritti umani.
Fonte: Noialtre.
3 marzo 2022 – “Noi, studenti, ricercatori e insegnanti delle università russe, chiediamo la fine dell’offensiva militare russa sul territorio ucraino. Qualunque siano le circostanze del nostro e di altri stati, siamo a favore di una risoluzione pacifica delle questioni e dei conflitti internazionali. Noi, cittadini della Federazione Russa e di altri paesi, ci opponiamo fermamente a questa guerra. Tra i nostri amici e parenti ci sono persone che si trovano nei territori bombardati. Alcuni studenti non parteciperanno ai seminari di oggi perché fuori dalle loro finestre rimbombano le esplosioni e i loro parenti stanno preparando con urgenza le valigie e i documenti”.
Così inizia la lettera aperta che studenti, docenti e ricercatori di numerose università russe hanno indirizzato al Presidente Vladimir Putin. Giustificano il loro dissenso evocando la lezione della storia, che tutti i paesi europei avrebbero già dovuto imparare, sulla brutalità e l’assurdità della guerra. Sottolineano, inoltre, che la libertà del mondo accademico e della scienza non è compatibile con la guerra e con la censura.
Fonte: dinamopress (il documento originale della raccolta firme non è più accessibile).
3 marzo 2022 – 233 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa hanno chiesto la riconciliazione con l’Ucraina e un immediato cessate il fuoco. Definiscono la guerra “fratricida” e chiedono sia considerata come una violazione della legge. Dichiarano di prendere le distanze dal Patriarcato di Mosca guidato da Kirill, da anni schiacciato sulle posizioni del governo.
Fonte: Famiglia cristiana.
2 marzo 2022 – Yelena Osipova, 80 anni, è scesa in piazza a San Pietroburgo nel pomeriggio del 2 marzo per denunciare il rischio nucleare connesso alla guerra in Ucraina e per incitare i soldati a gettare le armi. Il cartello nella mano destra recita: “No al nucleare in tutto il mondo. La giovane Ucraina ha immediatamente rifiutato le armi nucleari. La Russia ha un grande arsenale nucleare […]”. Il cartello nella mano sinistra recita: “Soldato, lascia cadere la tua arma e sarai un vero eroe”. Yelena Osipova è un’artista e attivista contro la guerra: è sopravvissuta all’assedio nazista di Leningrado, durato 2 anni e 5 mesi dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944.
Il video documenta il momento del suo arresto da parte della polizia, mentre la folla degli altri manifestanti applaude l’attivista e contesta la repressione. Dopo alcuni giorni di carcere, la Osipova è tornata in piazza a manifestare contro la guerra, nonostante gli appelli alla diserzione come i suoi comportino pene molto severe.
В Петербурге арестовали известную блокадницу Елену Осипову. pic.twitter.com/hZBvbH5AWJ
— ДАМА с ПЕРЕГАРОМ (@aperegarom) March 2, 2022
26 febbraio 2022 – Diversi video dalla regione di Chernihiv mostrano un gruppo di civili ucraini mentre cercano di fermare un carro armato russo a mani nude. Qui una clip di 30 secondi, condivisa dall’emittente ucraina HB, che è stata ripresa e ampiamente diffusa sui social network.
Fonte: open online.