sabato, Aprile 27, 2024
CulturaDiritti

La mia ricerca come voce (scientifica) dello Yemen per la pace

di Cristina Mazzero ed Ester Gallo

 

Arrivata in Italia nell’Agosto del 2020, Ghanya Al Naqeb è una ricercatrice yemenita esperta di bio-chimica e scienze della nutrizione e attualmente collabora con l’Università degli Studi di Trento grazie ad un bando aperto dalla sezione trentina di Scholars At Risk (SAR).

Quando Ghanya racconta la sua storia, colpisce come sia stata la prima in tante cose: è stata la prima ragazza del suo villaggio a studiare all’estero, presso l’Università di Damasco; è stata l’unica ricercatrice con il dottorato nel suo dipartimento, all’Università di Sana’a; le sue ricerche hanno ricevuto riconoscimenti a livello regionale e internazionale, come quello conferitole da OWSD (Organization for Women in Science for the Developing World). 

Non nasconde che ha dovuto lavorare sodo per raggiungere tali risultati, sfidando in particolare le ritrosie dell’ambiente accademico yemenita che guardava con ostilità al suo essere una ricercatrice donna e allo stesso tempo con un’esperienza internazionale alle spalle. Le sue conoscenze e competenze l’hanno portata anche allo scontro diretto con il suo superiore, causandole il licenziamento e il conseguente trasferimento all’estero. Tuttavia, Ghanya non ha desistito nella sua attività di ricerca e si è sempre sentita guidata da “un forte senso di responsabilità” che sente di condividere con tutte le donne yemenite, che descrive come da sempre impegnate verso la famiglia e il lavoro. 

Tutti questi traguardi ed esperienze che caratterizzano la vita di Ghanya, però, si intersecano inevitabilmente con la situazione politica in Yemen e la guerra in corso.  

La sua situazione come accademica a rischio è infatti legata principalmente al conflitto che sta lacerando il paese, soprattutto a causa della famiglia del marito, considerata tra gli oppositori del regime. Ciò non le permette di rientrare in Yemen in modo sicuro, e soprattutto la costringe ad una situazione di grande precarietà, sia personale che lavorativa.

Nonostante tutto questo, quando Ghanya racconta del suo lavoro di ricerca non lo descrive in termini di soddisfazione personale, ma mettendo in luce ciò che con esso vorrebbe (e può) dare al suo paese. A suo parere, infatti, il settore agricolo è strategico per combattere la fame, uno dei problemi più pressanti in Yemen. Tanto che afferma: “Anche se sono una studiosa a rischio, posso ancora rappresentare il mio paese, posso contribuire in molti modi. Voglio essere la voce dello Yemen”. Ma non una voce politica, puntualizza. Ghanya vuole essere una voce scientifica per il suo paese, perché da accademica sente la responsabilità di diffondere una contro-narrazione sulla realtà yemenita che vada oltre l’enfasi (superficiale) sulla povertà e sulla guerra e guardi invece alle potenzialità, sia materiali sia umane, a disposizione del paese. 

Per la studiosa, dunque, l’assegno di ricerca presso l’Università di Trento è un ulteriore passo in questa direzione.

 

Cristina Mazzero sta completando gli studi in Sociologia e ricerca sociale all’Università degli studi di Trento e collabora con Scholars at Risk Italia.

Ester Gallo è Delegata alla Solidarietà accademica e internazionale dell’Università degli Studi di Trento e co-coordinatrice di Scholars at Risk Italia. E-mail: ester.gallo@unitn.it